A differenza del narcisista intellettuale, che elegge l’attività mentale come una possibilità, l’unica, di godimento pulsionale, il narcisista morale approda a un annullamento definitivo di tutte le tensioni vitali, essendo esclusivamente abitato dalla pulsione di morte. Il narcisista morale rinuncia al mondo e, ponendosi al di là di ogni piacere o dispiacere, aspira a una condizione di ascetismo che gli consenta di realizzare una completa autonomia da qualsiasi forma di desiderio e di dipendenza (…). La rinuncia infonde al narcisista morale un grande senso di orgoglio, celato dietro un’apparente umiltà (…). Egli valorizza l’auto-privazione, l’astinenza, la spiritualità.
Esiste una stretta concordanza tra il narcisismo morale e il narcisismo corporeo, dominato dal rifiuto del corpo in quanto emblema di limitazione e di finitudine. Il corpo come sorgente di piacere e simbolo di vergogna viene bandito. Il diniego del corpo affonda le sue radici nella fase orale, vissuta dal narcisista in maniera estremamente conflittuale, a causa dell’incapacità materna di soddisfare adeguatamente il bisogno di nutrimento del bambino (…).
L’associazione tra narcisismo e anoressia è stata convalidata da accurati studi sperimentali di comorbilità, che conferiscono una base scientifica alle intuizioni psicodinamiche (…).
Il narcisismo sembra percorrere l’intero spettro della personalità, sia normale che patologica, manifestandosi in una grande varietà di aspetti caratteriali e di patologie, che si estendono dalle nevrosi alle psicosi, dai disturbi borderline a quelli psicosomatici. Per un’accurata comprensione psicodinamica del fenomeno narcisistico, risulta pertanto essenziale considerarne la sua centralità nell’economia psichica di ogni singolo individuo.